Bruna Gasparini, nata nel 1916, pittrice mantovana di origine, veneziana d’adozione, è giunta infatti nella città lagunare nel 1937, ancora giovanissima. Negli anni 50 è stata una delle protagoniste storiche dello Spazialismo veneziano insieme a Bacci , al marito Luciano Gaspari con cui ha condiviso un lungo e felice sodalizio artistico e di vita. Si susseguono varie mostre, successi, tanto da vincere un premio particolare Premio Mariotti di Palazzo Grassi a Venezia, così come esporre all’estero ed in tutta Italia. I dipinti di questa stagione spaziale si distinguono nella ricerca poetica del suono, della luce, dei colori accesi, per passare poi alle cromie cupe, appena illuminate da bagliori. Agli anni 60 sono dedicate a Baudelaire le gouaches con cui la XXV Biennale di Venezia invita Bruna Gasparini. Espone dodici opere nella sala allestita da Carlo Scarpa. Gli anni 70 sono segnati, come dice il poeta Gatto da una forma di “ fiaba pittorica ” dove la sua arte di manifesta in un magico “ mondo sospeso e combattivo ”. Compagni di questo periodo poeti e amici: Baudelaire, Benn, il Pound “ veneziano ”, Elliot e l’adorato Joyce cui dedica trentatrè dipinti ispirati alla “ chamber music ”. Le opere recenti a partire dagli anni novanta sono dedicati ai cicli naturali delle Stagioni, ai loro momenti di luce più intensi. Muore nel 1998.
“ …Nelle mie opere ho cercato di formulare un evento, senza pretendere di concludere un problema. Ad ogni problema in arte io ho tentato di rispondere con l’opera in cui essa potesse essere la sufficiente soluzione… ” .