Settembre 2018
PAESAGGI INTERIORI
Ciò che oggi viene presentato, dona il meraviglioso istante in cui tutte le cose trovano il loro giusto posto:
l’esatto rapporto tra forze percepite nella natura e l’energia propria della pittrice: le proprie sensazioni ed emozioni.
Dopo essersi confrontata con un grande maestro come Vedova ( è stato il suo professore all’Accademia di Belle Arti di Venezia ) ,e poi, anni più tardi, ispirata ad un modello quale
Rothko, e aver saputo andare oltre, per costruire tela dopo tela le proprie ricerche ed i propri mezzi espressivi è una prova che Marina Caldari ha saputo imporsi e portare brillantemente a termine.
Nei suoi dipinti c’è una tensione che ci permette di sentire molto intensamente il nostro rapporto con la natura, con le sue forze e la sua drammatica dimensione.
In un bellissimo testo sul suo lavoro Marina scrive: “non era l’albero o la casa che mi interessava, ma
Il senso di panico di cui sentivo invaso il paesaggio, la risonanza interiore di quella natura” e d’altra parte,
si colloca pure una dimensione contemplativa : ”…il colore nel quale mi sono immersa fino ai limiti dell’informe…”
Marina sa bene che la pittura non può essere solamente la rappresentazione del paesaggio. Lo spazio che si apre davanti a noi che guardiamo le sue opere è precisamente quello della pittura e non solo un “pezzo” di paesaggio.
Questo spazio pittorico ha le sue regole, è un territorio delineato dai mezzi della pittura : colore, composizione, forze dinamiche nello spazio, energia e tracce del pennello.
Io mi trovo di fronte ad uno dei quadri di Marina Caldari e ciò che raggiunge il mio sguardo è, innanzitutto, il colore in cui mi immergo. Poi percepisco il rapporto tra due colori dominanti che danno origine agli spazi,
ai loro confini ed alla loro articolazione nel campo della tela . Sento, infine , la pulsione dinamica e l’ energia resi dal segno e dal gesto che li ha generati. I segni e il modo di sovrapporsi alle campiture di colore richiamano chiaramente opere precedenti molto belle. Marina ritrova proprio in questo un dato molto forte della sua espressione.
Due opere sono particolarmente interessanti per ciò che mostrano della ricerca attuale : NOTTE DI GHIACCIO 1 : ad un certo punto un grande segno si impone con immensa violenza. Questo segno , intenso , rapido , folgorante appare su di una superficie già elaborata , attraverso una sorta di strofinamento e di attrito , rivela la profondità sotto-giacente e domina in maniera tale che l’intero tessuto della tela assume un significato completamente diverso. E’ l’avvio per un nuova ricerca che privilegia la traccia e la scrittura. In VISIONE 2: al contrario , e ciò lo dimostra bene la riflessione sull’opera attraverso la pratica ,il mestiere del pittore , Marina quasi contemporaneamente, annulla ogni segno , mettendo in evidenza in modo essenziale piani di colore/luce che si aprono offrendosi alla contemplazione. Il campo di indagine è estremamente aperto, ma segno o no , la tela è sempre l’espressione di questo PAESAGGIO INTERIORE nato dallo sguardo di Marina sulle forze della natura e , come lei stessa dice cosi’ bene : “col desiderio di comunicare la gioia di un’emozione.
Trepointel , Juin 2018
Dominique Morvan