Massimiliana Sonego


 

Maggio 2021

La poetica degli oggetti


Le opere di Massimiliana Sonego si presentano come spazi in cui si incrociano oggetti fluttuanti, forme che galleggiano nella memoria e che, quasi scivolando, si adagiano sulla superficie della tela, manifestandosi così visivamente.
Questi oggetti-forme, delimitati da nette linee di contorno, determinano un contesto di incontro inusuale, occupano lo spazio sovrapponendosi, fondendosi l’uno dentro l’altro ma rispettando ognuno la propria identità così cara all’artista che intenzionalmente ne sottolinea le affinità e le differenze.
Gli oggetti danno vita ad un “luogo di passaggio” attraverso il quale la loro relazione diventa occasione per documentare il loro cambiamento nel tempo; i comò, le sedie, i carillon, le poltrone, i vasi raffigurati in una sintesi che tende all’astratto, trascendono la propria funzione, si mostrano in una fisicità bidimensionale, effimera ma allo stesso tempo durevole.
L’artista intrattiene un rapporto particolare con il mondo degli oggetti. Non sono oggetti “indifferenti”, ma sono “personali”, “propri”, “d’affezione”, da mettere in relazione con la sua psiche secondo un personale principio di identità. I suoi dipinti sono evocazioni delle cose possedute che suscitano ancora emozioni e che attivano la memoria.
Proiezioni personali, cromatiche e formali, emotive e memoriali, che danno vita a forme che si dispongono ritmicamente nello spazio suggerendo racconti carichi di valori simbolici.
Gli oggetti, privati di quel valore funzionale specifico che posseggono, vengono adoperati come strumenti del ricordo: trovando un nuovo impiego mnemonico, vengono s-figurati, reinterpretati attraverso il segno e il colore acquistando in questo processo una nuova consistenza che suggerisce una sensazione di leggerezza.
In Coppia in rosso (2008) le immagini di un comodino e di una poltrona, ricavate su di un fondo rosso, sono risolte visivamente in una sintesi grafica e si pongono come due presenze che alludono a due “figure” colte in un interno domestico, in una stretta relazione quotidiana.
Spesso le forme si accavallano in un equilibrio precario, come in Viaggio (2020) e in Comò (2020), e così i contorni si intrecciano dando vita a nuove forme e a un’idea di stratificazione, dallo strato impalpabile, così come è quella dei nostri ricordi nella memoria.
Sembrano soggette ad una vorticosa forza centrifuga le forme di Campo di battaglia (2021) che dal centro si espandono nello spazio, allontanandosi dalla lotta intrapresa.
Nei dipinti è costante la ricerca di un’armonia, caratterizzata da un fluente dinamismo, che dona levità alle forme che si librano rapite in una danza cosmica.
Sonego, attraverso linee essenziali e stesure piatte di colore, pur partendo dalla visione del reale offre allo spettatore la sua poetica “verità” della forma.

Giovanni Bianchi

 

- note biografiche



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