Settembre 2010
Peggy Finzi
Molti si sono cimentati nelle discipline artistiche e gran parte di loro, passato il tempo della "verve" animata non solo dalla passione ma anche dalla forza dell'impegno, o hanno abbandonato o la loro produzione si è limitata a esercizi lievi, piacevoli, ma senza l'intensità e il carattere che invece sono evidenti in quest'artista.
L'artista, ed è inequivocabile che Peggy lo sia, è un "diverso" e la sua diversità consiste nella capacità di registrare e restituire, nei modi che gli sono peculiari, le emozioni che vuole cogliere. Ma la restituzione avviene anche per le emozioni involontariamente ricevute dalla società e dagli avvenimenti che gli sono rimasti incisi dentro.
I grandi sconvolgimenti della prima metà del XX secolo hanno sicuramente lasciato il segno profondo in Peggy. Ma anche la frequentazione in giovane età dei corsi di scultura a Ginevra e nei primi anni settanta di quelli nelle diverse discipline all'Accademia di Belle Arti di Venezia, oltre alla partecipazione in tempo reale alle varie poetiche e ai vari movimenti generati dalla crisi del realismo, hanno contribuito profondamente alla Sua formazione e maturazione.
E' passato molto tempo da allora e, doppiata la boa del millennio, almeno a giudicare dalle ultime opere, è ora approdata ad una sorta di realismo affrancato dalla dipendenza dal segno e dalla forma, con una più immediata trasmissione delle emozioni.
La raccolta di opere qui proposta non appare di lettura così immediata, a meno di non conoscere approfonditamente Peggy Finzi. Lei è un personaggio positivo, aperto, ma anche ricco di anfratti esistenziali che emergono solo per accenni in attenti conversari e dei quali non è facile la intima comprensione.
Le opere esposte sono distribuite su un arco temporale che interessa la quasi totalità della Sua attività artistica, dagli anni settanta ai giorni nostri.
Iacopo Fasolo