12 Giugno 2010
Il paesaggio nostalgico di Bruna Scanferlin
I paesaggi di Bruna Scanferlin non sono colti en plain air, dove l’attimo della visione viene tradotto direttamente e immediatamente, ma sono espressioni di stati d’animo, di istanti vissuti che rivivono nel momento in cui, nel silenzio e nella solitudine dello studio, l’artista realizza i suoi dipinti.
Il suo è un lavoro paziente e preciso, che potremmo definire quasi rituale.
Il "paesaggio stato d' animo" consiste nel rappresentare quei momenti di sublime contemplazione che vedono la corrispondenza dei sentimenti più intimi con quelli suscitati dalla manifestazione della natura, infatti come sottolinea la Scanferlin "sono sempre più convinta che in quei momenti, l’attrazione che il paesaggio esercita su di noi, sia dovuta al fatto che, grazie alla luce, noi ritroviamo in quel paesaggio le nostre emozioni, gli stati d’animo più intimi. La malinconia, la gioia, l’eccitazione e soprattutto la nostalgia, ci verranno incontro attraverso gli elementi stessi del paesaggio".
La nostalgia, quel desiderio intenso e struggente di luoghi a cui si vorrebbe tornare, di attimi che si vorrebbero rivivere, è alla radice della sua espressione pittorica.
Infatti l’artista è stata partecipe in prima persona dello spettacolo naturale che viene rappresentato, lo ha vissuto intensamente e totalmente, provando quelle intime commozioni che rimarranno per sempre nella sua memoria, alimentando le braci di una profonda nostalgia.
Quelli della Scanferlin sono paesaggi interiori intesi come riflesso dello sguardo personale rivolto sul mondo. Sono sguardi puramente soggettivi, legati indissolubilmente all’esistenza, ai ricordi e alle emozioni che l’artista, con le sue opere, vuole trasmettere e condividere. Ecco dunque che prendono forma queste visioni incantate e suggestive capaci di trasmettere valori non solo estetici ma anche sentimentali che uniscono intimamente i luoghi alla personalità e al vissuto.
A rendere affascinanti queste “contemplazioni” è l’atmosfera luminosa. Una luce mai violenta e abbagliante, ma delicata e soffusa; sono le luci che filtrano attraverso le fronde degli alberi, le luci rosate dell’alba, le luci aranciate del tramonto che si stemperano nell’azzurro del cielo, che si riflettono negli specchi d’acqua.
Quello che più affascina l’artista "è la ricerca di quei particolari momenti in cui la luce colpisce il paesaggio; essere presente mentre lo trasforma e lo trasfigura, mi rende testimone di istanti sublimi che diventeranno poi temi per il mio lavoro".
Possiamo dunque immaginarci una solitaria Bruna Scanferlin che assiste rapita al sorgere della luna che riflette la sua pallida luce sulle calme acque del mare; che contempla gli spazi della laguna illuminati dall’incerta luce dell’alba; che rimane incantata mentre, all’ombra di verdeggianti alberi, osserva l’incessante scorrere delle acque dolci di risorgiva; che in gran solitudine scruta i paesaggi della montagna, le rocce che si specchiano nel selvaggio lago di Braies.
Come ha evidenziato Emanuele Horodniceanu nelle opere della Scanferlin "il paesaggio, libero da ogni costrizione descrittiva, lontano da ogni manierismo, si fa pura visione e sentimento."
Giovanni Bianchi